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Il Gruppo AIDO di Monza:
Un viaggio lungo venticinque anni
di Anne-Marie Turcotte


aido
Il dono di sé come attuazione del principio di continuità della vita: questo il messaggio della serata di venerdì 24 ottobre 2003 al Teatrino della Villa Reale, per la presentazione del libro "Il senso del viaggio", dedicato ai venticinque anni di attività dell'Associazione Italiana Donatori Organi, sezione di Monza.
Un nutrito gruppo di relatori d'eccezione ha dato luogo ad un incontro di grande interesse e denso di interventi significativi, in un Teatrino affollatissimo di soci e sostenitori che hanno aderito numerosi all'invito.
Il sindaco Michele Faglia, la senatrice Emanuela Baio e il dottor Lucio D'Atri (presidente della sezione AIDO Monza-Brianza), hanno espresso parole d'augurio per un felice proseguimento delle attività dell'associazione.
Il libro segna le tappe importanti del cammino compiuto dall'AIDO dalla sua nascita ad oggi, ripercorrendo il calendario delle attività e del percorso legislativo che parallelamente si è compiuto in Italia negli ultimi anni. I volontari dell'AIDO promuovono una vera e propria cultura della donazione, attraverso progetti e iniziative che coinvolgono tutta la cittadinanza, dalle società sportive alle scuole, dalle associazioni musicali ad altre associazioni di volontariato, tutti uniti in una gara di solidarietà che diventa espressione di una crescita culturale e collaborativa consapevole dell'interdipendenza tra cittadino, associazioni e istituzioni.
Nella felice occasione di questo 25° compleanno è stata la musica ad accompagnare l'incontro: in apertura della serata il duo Anna Grazia Anzelmo (flauto) - Sara Bertucelli (arpa) ha eseguito con grande maturità musicale la Sonata per flauto e arpa di G. Donizetti, Due danze medievali di M. Amorosi e Il cigno di Saint-Saens.
Nell'esprimere gradimento per l'interpretazione delle due giovani artiste, la dottoressa Adele Guffanti, socia fondatrice, ha ricordato come uno dei momenti di maggior soddisfazione quando l'amico e direttore d'orchestra Victor De Sabata rilasciò una dichiarazione di autorizzazione al trapianto della propria cornea, in un periodo in cui i trapianti erano ancora molto rari.
Fabio Luongo, curatore del libro, si è soffermato sul tema delicato della difficoltà per un giovane di pensare alla donazione; argomento trattato anche dal professor Pierfranco Bertazzini, già sindaco di Monza, da sempre amico e sostenitore dell'AIDO. Il professor Bertazzini ha ricordato quanta difficoltà incontrasse durante la sua attività di preside nel parlare dell'argomento ai giovani, solitamente refrattari ad ipotizzare la necessità di donazione o ricezione di organi, e ha sottolineato come nell'analisi degli iscritti i giovani siano poco presenti.
Un incoraggiamento per tutti può essere la consapevolezza che non esistono limiti d'età per donare, se non per alcuni organi.
Cruciale l'intervento della dottoressa e senatrice Anna Maria Bernasconi, nel suo accorato sollecito a non far passare in secondo piano il messaggio di continuità della vita che sottende alla donazione, sottolineando che la possibilità di essere ricevente è statisticamente di tre volte superiore alla possibilità di essere donatore.
Il dottor Luigi Boselli, già primario del servizio di rianimazione all'ospedale Niguarda, ha ribadito la necessità di sganciare l'idea del dono da quella del sacrificio: il sacrificio è quello del parente che dona, in vita, un organo doppio, mentre il prelievo di un organo da una persona cerebralmente morta non implica sacrificio. Il rispetto della sacralità della morte nulla ha a che vedere con questo tipo di dono, che rispetta il principio di continuità della vita.
Poche parole di ringraziamento e di speranza da parte della presidente Enrica Colzani; donna discreta e gentile, capace di infondere serenità e fiducia negli altri, rappresenta l'anima solare dell'associazione, convogliando simpatizzanti e volontari intorno ai principi di solidarietà.
Sono queste anche le motivazioni per cui la città di Monza ha conferito all'AIDO la benemerenza "Corona Ferrea" nel giugno scorso.
Se l'Italia è passata in pochi anni dagli ultimi ai primi posti nella classifica dei paesi donatori in Europa, è anche grazie alla presenza di persone capaci di dare alla donazione il suo significato più reale, quello di momento di rinascita della vita.
A completare gli interventi la testimonianza di due trapiantati, le cui semplici frasi di entusiasmo hanno costituito un momento di autentica commozione.
Per un malato in lista d'attesa, l'AIDO è un punto di riferimento, e i trapiantati riconoscono di aver spesso trovato nei volontari il sostegno necessario ad affrontare il difficile momento dell'attesa del trapianto.

In chiusura della serata un altro momento musicale, in cui sono state eseguite la Méditation dall'opera "Thais" di J. Massenet, Entr'acte di J. Ibert e la Habanera dall'opera "Carmen" di G. Bizet.
Intermezzi musicali come espressione di partecipazione e solidarietà da parte di due artiste affermate, che hanno saputo mettere la propria comprovata professionalità al servizio di valori sociali e umanitari.

Un augurio all'AIDO anche da parte della redazione de l'Arengario.

Anne-Marie Turcotte


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  27 ottobre 2003